Sto ancora rielaborando lo spettacolo di ieri sera.
Il Barbetto Celestini è geniale: incanta, stupisce, informa, colpisce, graffia.
In due ore tra monologhi e musica (molto bella) guida lo spettatore dalla presa di coscienza che LA CANCRENA SIAMO NOI, alla prospettazione della RIVOLUZIONE come soluzione.
Però troppe volte e troppo spesso si è rivolto alla violenza come risposta.
Mi ha fatto tornare alla memoria una gruppetto di studenti incontrati ai tempi di Urbino, i quali giustificavano l'uso di esplosivi per scuotere le coscenze e imporre il cambiamento.
Ascoltavo allucinata le loro voci mentre ripetevano parole quali anarchia e rivoluzione, con un effetto gracchiante come venissero fuori da un vecchio grammofono.
Non condivido.
Come non condivido come Celestini abbia messo alla berlina i due giovani agenti colpevoli del tragico esito delle vicende Giuliani e Sandri.
Violenza genera violenza.
Giuliani non era in gita al mare, ma incappucciato assieme ad altri caricava agenti in fuga.
Sandri era, suo malgrado, assieme ai tifosi coinvolti in uno scontro pre partita.
Violenza genera violenza.
Sotto la divisa c'è un ragazzetto, tale e quale a quello il cui volto è coperto da un cappuccio nero.
Depresso e Spaventato.
Lo spettacolo è stato molto di più e molto altro, brandelli di materiale che devo recuperare a seguito della deflagrazione prodotta da La divisa non si processa.
lunedì, marzo 30, 2009
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