ultima cena

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domenica, gennaio 03, 2010

Un mese fa...

...shopping prenatalizio.
Il regalo inatteso, enorme, mai nemmeno lontanamente sperato: New York.
Le distanze oggi sono confini facilmente valicabili, ma mai avevo attraversato l'Oceano.
Prima di New York solo minibus con le ali.
Che emozione! (leggi anche strizza)
Inciso: ma quanto alcool distribuiscono in volo?
Promemoria per il prossimo viaggio: berne di più.
Ma dovevo studiare la guida e i suggerimenti di amici e amicicci e viaggiatori, per ottimizzare il tempo e programmare percorsi shopping-cultura-compatibili.
Inoltre dovevo essere lucida per compilare il modulo cartaceo I-94W e rispondere correttamente alle domende: hai malattie infettive? problemi mentali? sei coinvolto in attività di spionaggio o terroristiche? hai mai sequestrato minori a genitori di nazionalità statunitense?
L'ultima chiaramente riferita a Cicciolina.
Che Umar Farouk Abdul Mutallab abbia fallito nel proposito criminoso perchè il vicino di posto ha sbirciato la sua risposta?
Siamo atterrati all'areoporto JFK alle 14.30 ore locali: ho maturato l'illusione di inanellare la visita al MOMA e al MET già il primo giorno, ma tra controlli e trasferimento in albergo il secondo è sfumato.
Prese le impronte digitali del pollice e del palmo di entrambe le mani e fotografato il viso, sconvolto dal viaggio.
Ritengo che la foto di Tiziana sia stata diramata immediatamente a tutti i commessi dei negozi del circuito turistico: anche questo mese stipendio assicurato.
Preso possesso della camera, finalmente MOMA.
Il nostro albergo era vicino a Times Square, sulla 40° e il museo sulla 54°, una prima sgambata tra i colori le luci i rumori (e le distanze) della Grande Mela.
Venerdì è il giorno di apertura anche serale del museo e con ingresso e guide gratuite. Forse troppa gente, ma con l'I-pod sui Muse, perdersi per le sale è stato rigenerante. E dopo averlo ammirato ad Amsterdam, in occasione della mostra Vang Gogh e i Colori della Notte, l'ho ritrovato qui, bellissimo

(Vincent van Gogh The Starry Night- La notte stellata Saint-Rémy, 1889)

Poi di corsa all'osservatorio dell'Empire State Building. Temevo la mia reazione all'altezza, ma la vista di NY di notte ha lasciato spazio solo allo stupore, occhio sbarrato mascella cadente.
Anche la macchina fotografica non ha retto!


Il primo risveglio in vacanza avviene sempre in quella bolla di smarrimento che ti fa pensare: dove mi trovo?
Nel comodoso lettone, della bella camera del super albergo in New York City: MITICO!
Prestigiosa colazione bacon and eggs "over easy".
Altro inciso, il mio inglese è imbarazzante (comunque meglio di Tiziana che parla italiano più forte) e solo oggi, grazie a wikipedia ne scopro il significato. Per far capire che le preferivo poco cotte ho emesso un suono tipo blblblbl accompagnandolo con il movimento della mano vibrantina.
Il cameriere, che prima mi aveva sorriso amabilmente e provato anche ad interagire si è allontanato con una smorfia di rassegnazione.

Acquisto della Metrocard, destinazione Battery Park dove abbiamo preso il traghetto per Staten Island, gratuito, che offre una bella vista di Ellis Island, della Statua della Libertà e del profilo della città.





La pioggia ha poi smorzato i miei entusiasmi escursionistici, così io Chiara e Tiziana abbiamo risalito la Broadway sino al Century 21, nei pressi di Ground Zero per i primi acquisti: le ragazze scalpitavano.

Il tardo pomeriggio tutto mio per il Metropolitan Museum of Art che venerdì e sabato è aperto sino alle 21. Ma non è bastato. Troppo bello, troppo grande, troppo poco tempo.
Pur limitandomi alla sola sezione della pittura europea l'ho potuta solo trangugiare.
Mille mostre in uno, sale intere dedicate a Van Gogh, Rembrand, Corot, per citarne solo alcuni. Un apoteosi pittorica.
New York, di cui poi ho visitato solo una porzione del classico ciclo turistico di Mahattan, offre mille scenari, mille attrattive e tutte ti lasciano stupefatto per le proporzioni, la bellezza, la meraviglia legata anche ad una certa familiarità avendole viste tante volte nei film o telefilm che trovarsele davanti, dal vivo, fa un po' l'effetto Carramba! Ma dovendo rispondere ad un amico che mi ha chiesto cosa avessi preferito, il MET è stata la mia risposta.

Però, mi aspettavano per andare a cena al Plataforma Churrascaria Rodizo, dove abbiamo mangiato benissimo. Il sito internet è orrendo ma la cucina notevole. Tra il fornitissimo buffet degli antipasti anche dell'ottimo sushi.

La domenica.
Shopping shopping shopping però passeggiando per Soho. Bellissima.
A coronamento di una mattinata intensa, abbiamo posato le nostre "regali terga" in un baretto buio anonimo, dove ho mangiato il sandwich più buono della terra: HOT Pastrami With melted Swiss SANDWICHES with potato chips or salad al Broome Street Bar. Ci siamo capitate per caso perchè quello indicato sulla guida era lontano e noi eravamo provate, ci è andata benissimo.




Quarto giorno, lunedì.
Questa volta la 5th Ave: quella patinata. Obbligatoria la tappa al Rockfeller Center, che ha un suo fascino...





Dopo esserci avventurate alla ricerca di creme eccessivamente costose, per signore esigenti ed illuse della Rimini Bene, finalmente Central Park, goduto nel miglior modo possibile: addentando un panozzo con il mondo dentro acquistato ad un baracchino all'angolo della strada.
Devo dire che io ho largamente apprezzatto anche l'aspetto culinario di NY, però, l'ammetto, sono una fogna!




Bello, bello da matti.



Martedì, dopo aver subito tanto shopping, portato un numero spropositato di borse, mi sono conquistata la libertà!
Grand Central Terminal, Frick Museum, Brooklyn dove ho visto la casa più antica di NY, The River Cafè, che ho potuto vedere solo da fuori perchè per cenarci avremmo dovuto effettuare la prenotazione dall'Italia, infine il Ponte il tutto in una mattinata baciata dal sole.
E la corsa alla ricerca del berretto del Gatto, prima di ricompattarmi al gruppo per il rientro a casa.




Tiziana, chissà cosa potrai regalarmi il prossimo anno?

5 commenti:

enrica ha detto...

...il mio albero di Natale....grazie!!

Silvia ha detto...

in che senso?

Anonimo ha detto...

pure tu oltreoceano....a comprare un berretto per AR????Non c'ho parole...ho controllato:io gliene ho preso un altro! baci Sissa

Silvia ha detto...

Io ho sbagliato taglia: la commessa era scocciatissima, il mio inglese era già sulla via del ritorno, non sapevo come dire 1/8 così sono stata lapidaria: "SEVEN"!
Gli stringe un po' ;)

Anonimo ha detto...

niente di grave, dai...così i suoi neuroni si terranno viscini viscini! :D
approposito...meglio che vada a controllare pure io!sabato glielo porto.... :P