ultima cena

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domenica, aprile 20, 2008

"Il palcoscenico deve offrire spunti di riflessione sulla vita..."

...si legge in una intervista rilasciata dall'attrice Lucilla Morlacchi, coprotagonista insieme a Stefano Accorsi della pièce teatrale "IL DUBBIO".

Stefano in mutande sul palcoscenico, ad esempio, è un buon inizio per interessanti ragionamenti.
Vederlo recitare, è un altro paio di maniche.
Personalmente l'ho preferito ne "Le fate Ignoranti" di Ozpetek.

La rappresentazione cui ho assistito ieri sera a Bologna, mi sta appassionando più adesso nel leggere le relative recensioni.
Non dovrebbe essere così, credo.

Però il testo è intenso, è una vera e propria fucina di dubbi: il ruolo uomo/donna nella gerarchia ecclesiastica; il difficile dualismo donna/suora, istinto/ragione, sentimento/fede.

Offre tanti spunti su cui riflettere, ed il tema della Pedofilia nella Chiesa è solo il più lampante perchè incipit dell'intera narrazione.

Contro il PECCATO, di cui non si ha contezza (ancorchè la si senta intimamente), è bene ingaggiare una vera e propria CROCIATA a discapito di TUTTO e TUTTI pur di estirpare il sospettato MALE, o forse è meglio cullarsi in una FIDUCIOSA INGENUITA'?

E se poi quel Peccato è addirittura il MALE MINORE?

"Solo fino a giugno" implorava la madre del ragazzo, lucidamente consapevole.
Coscientemente Irresponsabile.

La figura della madre - a mio modesto parere mirabilmente interpretata dall'attrice Nadia Kibout - è stata l'unica che mi abbia realmente emozionata.

Fino alla sua apparizione si dondola nell'incertezza se farsi travolgere dalla furia delle accuse gravi, pesanti, per fatti imperdonabili o concedere il beneficio del dubbio a quel giovane prete perseguito dall'indice inquisitore.

Poi quell'illuminante insolito terzo punto di vista: il ragazzo è di colore; lui sì è omosessuale; il padre lo mena non per quel che fà - marachelle adolescienziali - ma per QUEL CHE E'; quel prete è il primo uomo che gli dedica amorevolmente il proprio tempo, la propria attenzione; ed il ragazzo, finalmente, è felice!

E' felice.

Quando il sipario si chiude il Dubbio è ancora più forte.
Colpevole o Innocente, non è dato sapere.

Ed allora parte il valzer delle supposizioni, delle deduzioni.

Ero in galleria (modello Manolo appeso alla parete di roccia e sotto il vuoto, MAI PIU') e nello scendere le scale e poi anche fuori ne ho sentite diverse: "eh, ma quelle unghie lunghe, pulite..." "e la scena in cui si porta via la sedia?" "...però la suora pur di cacciarlo ha mentito!" "poi, alla fine, anche lei grida il Dubbio...".

Su tutte una sola certezza. Il ragazzino alla fine è triste.

P.S. ma la psicosi per le unghie lunghe e curate cosa mi deve significare?